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London Calling: 10 cose che (forse) non sai sul capolavoro dei Clash

London Calling: 10 cose che (forse) non sai sul capolavoro dei Clash

Una delle pietre miliari della storia della musica: London Calling dei ClashScopriamo insieme 10 particolari che forse non sapete di questo album con cui la band si impose sulla scena punk-rock.

Era il 14 dicembre del 1979, quando Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon ovvero i The Clash, pubblicaro quello che sarebbe diventato un album cult tra i più importanti della storia del rock portandodoli a un successo globale. 

London Calling, terzo disco in studio della band inglese, album doppio composto da 19 traccie, nonchè pietra miliare imprenscindibile del rock che oramai ha più di quarant'anni, segnò un deciso scatto nella carriera dei Clash stessi oltre a segnare la fine della punk band classica e l'inizio del post punk con un nuovo suono aperto alle contaminazioni, che avrebbe influenzato non pochi artisti e generi nati successivamente.

Dentro al disco ci sono generi diversi che si fondono e che si confondono: dai classici pezzi punk, al rockabilly della cover "Brand new cadillac" di Vince Taylor, agli inserti reggae in "Rudie Can’t Fail", "The Guns of Brixton", e "Revolution Rock", il jazz in "Jimmy Jazz", lo ska di "Wrong 'Em Boyo", la leggerezza del new wave di "Lost In The Supermarket", il richiamo latino-americano in "Spanish bombs".

L'importanza dell'album oltre all'aspetto musicale è legata anche ai contenuti, perché l'impatto dei Clash sotto il profilo socio-politico: i testi infatti sono di protesta, di ribellione, di storia e della società contemporanea con il consumismo esasperato che porta alla frustrazione, violenza e droga.

I Clash che con il loro look hanno influenzato generazioni, sono considerati i precursori del genere anche se furono l’ultimo gruppo ad arrivare della scena punk, dopo Sex Pistols e i Ramones oltre oceano. Ecco 10 curiosità su uno dei dischi più importanti di tutti i tempi che (forse) non sapete.

1. La foto sulla copertina

La celebre foto di copertina del disco con Paul Simonon che distrugge il suo basso sul palco, scattata da Pennie Smith, fotografa al seguito dei Clash, durante il concerto al Palladium di New York, il 21 settembre 1979. Sempre associato a gesto di sfida nei confronti del sistema in realtà fu un gesto rabbioso di disprezzo verso il pubblico troppo spento per un concerto punk rock. In realtà lo stesso Simonon spiegò in seguito che la colpa fu dei buttafuori che impedirono al pubblico di alzarsi in piedi e di rimanere seduto.

2. La foto doveva essere scartata

Pennie Smith, la fotografa al seguito dei Clash che ha immortalato tantissimi artisti come Ramones, Stones e Led Zeppelin, in realtà, dopo aver visto le foto scattate decise di scartare la foto simbolo e di non farla nemmeno vedere a Simonon perché secondo lei era venuta troppo sfocata. Non riuscì però a nasconderla ne a impedire di utilizzarla. Questa immagine era perfetta per incarnare lo spirito del punk-rock

3. Lo stile di Elvis

La copertina è ispirata a quella dell’album di debutto di Elvis Presley del 1956: la grafica, i colori, il lettering, lo scatto live rubato. L'immagine vuole essere un omaggio a Presley, primo cantante rock, con cui si vollero comparare per la temerarietà nelle scelte musicali e per indicare il loro riavvicinamento alle radici del rock nella rivoluzione musicale in atto.

4. Il titolo dell'album

Il disco avrebbe dovuto chiamarsi "The Last Testament" e all’ultimo fu ribattezzato "London Calling", come la canzone che lo apre.

5. La title track

La title track era originariamente intitolata “Ice Age”, poi cambiata con la frase “London Calling” che si riferisce al segnale radio che il BBC World Service utilizzava in quel periodo, dove c'era si andava dalla disoccupazione, fino al dilagare delle droghe e al razzismo. L’intero album contiene infatti numerosi riferimenti a ciò che stava accadendo in quegli anni in Gran Bretagna.

6. La ghost track

Train in Vain fu l’ultimo pezzo inciso e non doveva essere inserito nel disco, fu inserito come bonus track e fu il terzo singolo estratto dall'album.

7. Garage Band

Terminato il primo tour americano Pearl Harbour ‘79, la band si chiude in una vecchia officina riconvertita in sala prove. Il loro primo disco terminava con una frase che parlava chiaro: “We are a garage band, we come from garageland”. Nel garage prese vita l'album cult punk rock.

8. Influenze Giamaicane

The Guns of Brixton è parzialmente ispirata al film giamaicano Più duro è, più forte cade (The Harder They Come).

9. I resti del basso

Il Fender Precision Bass di Paul Simonon, o meglio, ciò che ne resta, è diventato un pezzo da museo che dalla mostra del museo della Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland è stato esposto al Museo di Londra nella mostra “The Clash: London Calling”.

10. Il francobollo

Nel 2010 la copertina di London Calling divenne un francobollo della collezione Album Covers assieme ad altre cover iconiche come quella di The Division Bell dei Pink Floyd, quella di Let It Bleed dei Rolling Stones.

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